Per la rivista di analisi strategica, politica, economica e sociologica Europa Mediterraneo ho pubblicato una rivisitazione del precedente contributo: ““Desiderai essere un cittadino”. Globalizzazione dei diritti e cittadinanza europea. Riflessioni a margine del Trattato di Lisbona”.

Il contributo offre una serie di approfondite riflessioni giuridiche, antropologiche e filosofiche a margine del Trattato di Lisbona, a partire dall’idea di un ontologico desiderio di cittadinanza quale vocazione e condizione unificante del genere umano e quale presupposto di ogni autentica integrazione comunitaria, quindi anche del processo di integrazione e dell’identità europea.

I – Identità europea, processo di integrazione e cittadinanza a cavallo tra secondo e terzo millennio.

Il processo di integrazione europea rinviene le sue ragioni più prossime nelle drammatiche esperienze del Novecento, secolo che per esse è divenuto breve e “ultimo giorno” della storia, a volere così parafrasare la nota teoria che di quella denunciava la fine. A volere ricercare oltre le ragioni più antiche e profonde del progetto europeo sembra invece di dovere collocare il suo senso più autenticamente costitutivo e radicale nell’orizzonte descritto dalla domanda identitaria fondamentale, che riguarda insieme il diritto e la politica, la storia e la cultura, la religione e l’antropologia del vecchio continente, ed è una domanda ontologica, che insiste al di là di ogni pur drammatico succedersi di eventi: che cos’è l’Europa?

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